In questi anni mi sono trovata a gestire diversi cambi ai vertici e come sempre accade oltre a verificare l’impatto della notizia sui clienti, partner, fornitori e dipendenti, ci si è sempre chiesti quale sarebbe stata la reazione del mercato azionario.
Trovo quindi un articolo su Harvard Business Review che colpisce la mia attenzione: Nel considerare i candidati CEO, i consigli di amministrazione ed i comitati di selezione si pongono sovente una domanda: “Come reagirà il mercato”?
E ‘una preoccupazione comprensibile. Poiché il consiglio rappresenta gli azionisti, e prende decisioni guardando attraverso la lente degli investitori. E poichè il mercato incorpora rapidamente le nuove informazioni nel valore azionario di un’azienda, la sua reazione alla nomina di un amministratore delegato dovrebbe presumibilmente essere un barometro significativo della performance futura di quella persona.
Ma non lo è. Secondo la nostra ricerca, non esiste una correlazione positiva tra le tariffe delle azioni di un’azienda al momento dell’annuncio di un nuovo amministratore delegato e il prezzo delle azioni una volta che questi sia in carica. In realtà, a volte si è trovata una correlazione inversa: in determinate circostanze, gli amministratori delegati le cui nomine hanno fatto cadere i prezzi delle azioni, tendono ad ottenere risultati migliori con il tempo rispetto ai CEO la cui nomina a incrementato immediatamente lo stock azionario.
Abbiamo esaminato nel breve e lungo termine le performance del prezzo azionario di 314 aziende che hanno nominato un nuovo CEO dal 2004-2009.
Del 49% delle aziende che ha visto un aumento il primo giorno di nomina, poco più della metà -55%- ha mantenuto guadagni nel lungo termine. E del 49% delle aziende che ha visto un crollo il primo giorno di nomina, circa la stessa proporzione -59%- ha ottenuto un guadagno nel lungo termine. (Per il restante 2% delle aziende, il prezzo delle azioni nel giorno della nomina è rimasto piatto, invariato.)
Quando la reazione del mercato alla notizia CEO è drammatica, comunque, un rapporto sorprendente entra in gioco. Delle 20 società le cui azioni sono incrementate del 5% o più al momento della nomina, solo il 40% ha mantenuto un aumento nel corso del mandato del CEO, ma delle 14 aziende le cui azioni hanno perso il 5% o più al momento dell’annuncio, il 79% ha ottenuto guadagni nel lungo termine.
Perché un tale risultato controintuitivo? Nonostante sia difficile da sapere con certezza, riteniamo che potrebbe riflettere la comprensione imperfetta degli investitori nei confronti di sfide altamente specifiche di alcune aziende, le loro aspettative irrealistiche che i nuovi leader agiranno come salvatori, e la loro inconsapevolezza delle capacità di molti nuovi amministratori delegati.
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