Nel Web Marketing 3.0 il cliente è il driver, in quanto:
Bisogna partire dal presupposto che le aziende si trovano di fronte ad un cambiamento radicale del “cliente finale” che passa, da una condizione di “ricevente” di prodotti e servizi “proposti” dalle stesse, ad una condizione di “consapevolezza” di cosa vogliono, delle esigenze e dei bisogni – non solo tangibili – che cercano e che appagano con l’acquisto di un prodotto/servizio.
Sono persone che vivono in un mondo che li condiziona continuamente con le sue rivoluzioni sociali, tecnologiche, economiche ed ambientali.
Le aziende che sapranno soddisfare le esigenze dei consumatori – intesi come “persone”- proponendo prodotti e servizi che generino una buona “Customer Satisfaction“ saranno coloro che riusciranno a “controllare” le vendite ed i profitti.
- interagire con le comunità virtuali,
- generare in maniera proattiva il dialogo con il cliente,
- monitorare la Reputazione dell’azienda sui canali utilizzati dal cliente,
- agire nei confronti del cliente insoddisfatto per migliorare la sua opinione.
ok, ho letto il post ed effettivamente è quanto viene spesso scritto su tutti i social network e da tutti gli esperti eccetera eccetera. Eppure ora pongo una obiezione su cui è un po’ che rifletto.
Il cliente è driver, ok
ma perché l’azienda deve inseguire il proprio driver?
Se le quattro P sono verificate, probabilmente non c’è bisgono di dialogare con i propri clienti, a volte essere solo spettatori aumenta la reputazione del Brand, come dire: il brand non discute, il brand fa. Perchè se il marchio rimane a un gradino sopra, gli altri, i comuni mortali, possono parlarne quanto vogliono.
Un esempio? Apple.
Apple fa. cosa fa? tante cose: telefoni, computer e ora anche televisori.
L’iPhone esce con un problema all’antenna? pace, il brand è Apple e Apple non si deve giustificare, al massimo uno scarno comunicato in cui si dice che sarà proposto un rimedio.
niente chiacchiere con i clienti.
Quindi il punto è… quando bisogna relazionarsi e quando no?