Ogni volta che inviamo una mail ci domandiamo che fine farà.
Avrà raggiunto i nostri utenti? Bene pare che un recente rapporto di Return Path dimostri come più di 1 mail su 6 (17%) inviata dal marketing non raggiunga le caselle di posta dei consumatori. Tra questi l’11% va disperso e un altro 6% nelle cartelle spam / spazzatura.
La relazione si basa su un’analisi di 492 milioni di messaggi commerciali, inviati con il permesso dei consumatori di tutto il mondo, tra maggio 2013 e aprile 2014.
La percentuale di email che non arrivano nelle caselle di posta è rimasto abbastanza costante per tutto il periodo di tempo esaminato, anche durante la stagione dello shopping natalizio di fine anno, quando il volume di posta elettronica registra dei picchi.
Inbox: differenze tra paesi
Nel periodo in esame, i marketers europei hanno faticato di più rispetto ai colleghi del Nord America subendo una percentuale maggiore di messaggi persi ma meno di messaggi spam.
I brasiliani sono quelli che hanno registrato il peggior numero, raggiungendo la casella di posta solo il 60% delle volte, con quasi un terzo dei loro messaggi scomparsi.
Inbox: differenze per settore
Se prendiamo in considerazione i settori, notiamo invece che alcuni godono di migliori contatti registrando meno “danni”. Pare infatti che coloro che hanno migliori relazioni abbiamo minori tassi di “perdita e spam”.
I rivenditori di abbigliamento e salute/bellezza hanno raggiunto più del 90% dei loro utenti senza problemi.
Le società di servizi finanziari, comprese le banche e le assicurazioni, hanno raggiunto le caselle di posta dei clienti in modo più coerente di altri, mentre editori, media / intrattenimento, fornitori e aziende di tecnologia hanno avuto più messaggi persi o nelle cartelle spam rispetto agli altri.
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