Ci stavamo giusto domandando se l’F-commerce avrebbe preso piede (vedi post) ed ecco che una news ci racconta che la Comunità Europea rischia di trasformarsi in un freno all’avanzata del commercio libero e concorrenziale.
Almeno questo è quello che sostengono in molti dopo la proposta di rivedere le regole dell’e-commerce. (pdf della proposta)
Gli emendamenti volti a modificare la direttiva europea sui diritti dei consumatori che, una volta approvati, modificherebbero la direttiva Ue n. 31 del 2000, rischiano di trasformarsi in un boomerang nei confronti dei consumatori stessi.
Le nuove regole, dicono le associazioni di categoria, farebbero aumentare i costi di spedizione portandoli oltre i 15 miliardi di Euro, dai 5,7 miliardi attuali.
Per come è scritto ora, l’articolo 22A della proposta obbliga di fatto i proprietari dei siti di ecommerce a consegnare i loro prodotti in tutti gli Stati membri dell’Unione.
Sono oltre 150 milioni i consumatori europei online, poco meno di 10 milioni solo in Italia. L’aumento costante dei compratori online in tutta Europa è favorito da un servizio sempre più efficiente e da una convenienza non solo economica, ma anche e soprattutto, in termini di comodità, sostenibilità e servizio.
Il settore del commercio elettronico inoltre cresce con continuità da oltre un decennio, generando non solo una costante crescita di posti di lavoro, ma anche favorendo l’iniziativa imprenditoriale e la creazione di nuove imprese, contrastando gli effetti di una crisi che al contrario genera sacche crescenti di disoccupazione.
Per saperne di più…
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